lunedì 30 marzo 2020

#STEP4: IL MITO DELLA CAVERNA

Il mito della caverna, uno dei miti più famosi dell'opera Repubblica di Platone, è una spiegazione allegorica della sua teoria della conoscenza e dell'educazione.
Di cosa parla questo mito?
<<Immaginiamo che vi siano degli schiavi incatenati in una caverna sotterranea e costretti a guardare solo avanti a sé. Sul fondo della caverna si riflettono immagini di statuette che sporgono al di sopra di un muricciolo alle spalle dei prigionieri e che raffigurano tutti i generi di cose. Dietro il muro si muovono, senza essere visti, i portatori delle statuette e più in là brilla un fuoco che rende possibile il proiettarsi delle immagini sul fondo. I prigionieri scambiano quelle ombre per la sola realtà esistente. Ma se uno di essi riuscisse a liberarsi dalle catene, voltandosi si accorgerebbe delle statuette e capirebbe che esse, e non le ombre, sono la realtà. Se egli riuscisse in seguito a risalire all'apertura della caverna, scoprirebbe con ulteriore stupore che la vera realtà non sono nemmeno le statuette, poiché queste ultime sono a loro volta imitazioni di cose reali, nutrite e rese visibili dal sole. L'uomo, abbagliato da tanta luce, non riuscirà a distinguere bene gli oggetti e cercherà di guardarli riflessi nelle acque. Ancora incapace, egli guarderà gli astri e il firmamento durante la notte.
Dopo un po' egli sarà in grado di fissare il sole di giorno e di ammirare lo spettacolo scintillante delle cose reali. Lo schiavo vorrà rimanere sempre là, a godersi quel mondo di superiore bellezza. Vi è stata una rivoluzione: l'uomo, infatti <<preferirebbe soffrire tutto piuttosto che tornare alla vita precedente>>. Ma se egli tornasse nella caverna, per rendere partecipi i suoi compagni, i suoi occhi sarebbero offuscati dall'oscurità e non saprebbero più discernere le ombre: perciò verrebbe deriso e spregiato dai suoi compagni, che, accusandolo di avere gli occhi ''guasti'', continuerebbero ad attribuire i massimi onori solo a chi riesce ancora a discernere meglio degli altri le ombre all'interno della caverna. Alla fine, infastiditi dal suo tentativo di scioglierli e di portarli alla luce del sole, verrebbe ucciso>>.

Come si collega tale mito, incentrato sulla dottrina della conoscenza di Platone, con il verbo sperimentare? 
Come ho già detto nel post precedente, sperimentare significa anche 'scoprire' (dal francese découvrir). Il protagonista del mito si libera dalle catene dell'ignoranza e dai dogmi imposti e cerca di capire quale sia la verità, verità che si scopre solo tramite l'esperienza. Egli farà una serie di scoperte (le statuette, il fuoco) che gli permetteranno di uscire dalla caverna, e guardare prima l'acqua e le stelle, poi il sole (che rappresenta la conoscenza del Bene). Il compito dello schiavo sarà quello di comunicare le sue scoperte agli uomini rimasti dentro la caverna. Questi, che pensano di conoscere la verità, lo accuseranno di essere nel torto, in quanto per loro l'uomo saggio è colui che riesce a distinguere le ombre, e ,alla fine di tutto, verrà ucciso.

fonte: La ricerca del pensiero, Nicola Abbagnano e Giovanni Fornero.



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